domenica 15 aprile 2007

Via Paolo Sarpi

Una delle zone più belle e caratteristiche della vecchia Milano, un po come i Navigli dove si respirava ancora quel non so che di antico, dove si sentiva ancora parlare il dialetto quello vero il milanese con la sua cadenza tipica non il brianzolo. Le case sono in prevalenza a ringhiera con un cortile all'interno, hanno delle cantine stupende da fare invidia ad un professionista cultore di vini, vicino vi è l'Arena e i giardini del parco Sempione, insomma un'isola felice nella grande Milano.
Tanti ricordi del mio passato. Ultimamente ho rivisitato quella zona, non ha più nulla della sua storia, solo le infrastrutture esterne, per il resto è de facto un'enclave cinese che fa quello che vuole, senza controlli, senza legge (e siamo in territorio italiano e vige la legge italiana). I motivi sono molteplici le colpe sono anche e soprattutto di noi italiani. La prima è di chi allettato dal dio denaro ha venduto case e proprietà, è meglio vivere in un condominio moderno con le sue comodità che in una casa di ringhiera; è meglio vendere una bottega storica che ristrutturala spendendo una marea di soldi grazie alle leggi e leggine che lo stato italiano continua a proliferare e che costringono ogni due o tre anni il proprietario a ristrutturare i locali. La seconda grande colpa è sulla volontà politica di chi ci governa perché questo è il paese del “bengodi” dove chiunque (capre cani e porci) può venire e fare quello che vuole, tanto c'è sempre un cavillo giudiziario che lo consente.
La terza grande colpa è la volontà politica di passare il tutto per motivi umanitari e chi la pensa in maniera diversa è razzista, si continua a raccontare la storia “dell'uva” che siamo un popolo di immigrati, si fa il lavaggio della testa alla gente sul buonismo, sulla tolleranza, sull'integrazione dei popoli; integrazione appunto! Tornado a Via Paolo Sarpi ormai è stato cinese a tutti gli effetti, ad esempio uffici di collocamento paralleli a quelli italiani ma ad uso esclusivo per gente di etnia cinese, botteghe adibite ad ospedali improvvisati per curare i loro malati (il tutto ovviamente senza licenze autorizzazioni ed altro) e quel che è peggio la convinzione radicata in quella gente che li è comunque Cina. Mi chiedo ma possibile che in un ospedale italiano non abbia mai visto un cinese ricoverato? Non mi sia mai capitato di vedere un funerale di un cinese? Ma dove tengono i loro defunti? Forse sono Higlander (immortali).

Nessun commento: