Qualche cosa non mi torna. Riporto i dati prima delle ultime aggregazioni bancarie sulle percentuali azionarie possedute dalle varie banche nazionali:
Banca Intesa 26,81%
San Paolo IMI 17,44%
Capitalia 11,15%
Unicredito Italiano 10,97%
Assicurazioni Generali 6,33%
INPS 5%
Banca Carige 3,96%
BNL 2,83%
Monte Paschi Siena 2,50%
Cassa Risparmio Firenze 1,85%
RAS 1,33%.
Altri soci minori visibili qui.
Facendo i conti della serva le percentuali post aggregazioni sono:
Gruppo San Paolo – Intesa 44,25%;
Gruppo Unicredito – Capitalia 22,12%
Leggendo qua e là fra i vari bilanci pubblicazioni e siti vari si nota che Banca Intesa è partecipata da Generali Assicurazioni che a sua volta ha il possesso di una quota di Banca d'Italia; sempre a riguardo dell'italianità degli istituti bancari tanto cara ai nostri politicanti Banca Intesa è partecipata dalla Francese Credit Agricole, Banca San Paolo è partecipata dagli spagnoli del Banco di Santander e putacaso vi è sempre una partecipazione di Generali Assicurazioni (in San Paolo). Capitalia ha fra i suoi azionisti l'olandese ABN Ambro e la Lybian Banck (appunto libica); ha il presidente e qualche altro personaggio indagato e coinvolto per i recenti crak finanziari. Appare evidente che già con questi pochi dati si nota uno scenario inquitante, torbido, bisognerebbe addentrarsi nei ruoli, nelle partecipazioni e correlazioni fra i vari possessori di Banca d'Italia, il ruolo “occulto” di Mediobanca e gli intrecci tra politica ed economia. Ho molti dubbi sulla trasparenza e sulla vigilanza di un sistema di controllo fatto in questa maniera.
1 commento:
bravo Albe!
anche a me era venuta in mente la stessa cosa.
In pratica ci troviamo con i controllati che controllano il controllore.
Zener
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