Prendo spunto dalle riflessioni fatte dagli amici Steve di Fuorimercato e Luca di Rumor e Risparmio sulla dopatura delle borse. Stiamo assistendo alla formazione di una nuova "razza" dominante la Cina. Laggiù dopo anni di protezionismo e oscurantismo degno della migliore Santa Inquisizione, lo stato ha aperto le porte alla globalizzazione e al consumismo. Il risultato è quello di vivere una nuova rivoluzione industriale in analogia a quella accaduta in Europa alla fine dell'800. In Cina il popolo lavora 15 ore e più al giorno per un tozzo di pane, di contro, in Europa, i lavoratori ormai hanno un minimo salariale sufficente, diritti e una tutela sindacale. Questo fattore crea giocoforza enormi vantaggi al mercato cinese. In quel continente le industrie hanno fame di tutto, materie prime, tecnologia, infrastrutture, trasporti ecc.; l’economia sta passando da rurale ad industriale. Negli anni 80 il governo russo per abbattere il proprio debito estero riversò sul mercato oro e diamanti, facendone crollare le quotazioni. Sta accadendo una cosa simile dapprima con i metalli (rame, alluminio ecc) con quotazioni salite alle stelle e ora in fase calante, analogamente in questi giorni con la valuta. Cina e India attirano gli appetiti di molte multinazionali, il consumismo è agli albori, tenere il dollaro basso fa solo bene all’azienda “Stati Uniti”; esportazioni più facili a causa del minor costo del prodotto quindi più competitivo rispetto a quelli di area euro, e valuta forte in ingresso grazie ai concambi favorevoli.
giovedì 30 novembre 2006
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