martedì 23 ottobre 2007

Venti di Guerra

«L’America non corre un rischio immediato di recessione - afferma Lawrence Klein, premio Nobel per l’economia del 1980 - la nostra è infatti un’economia di guerra dove, per esempio, la caduta verticale dei prezzi immobiliari può essere compensata dalla domanda di armamenti e nell’occupazione delle nostra gioventù al fronte».

Purtroppo dal mio punto di vista questa affermazione è maledettamente vera.

Se guardo ai corsi della storia vedo molte analogie con il presente, la grande crisi degli anni 30 sfociò nella seconda guerra mondiale dove avvenne un “reset” del sistema economico e vi fu una ripartenza fino al boom degli anni 60.

I venti di guerra attualmente soffiano dove c'è il petrolio, l'Arabia Saudita sta preparando un esercito di 35.000 uomini ufficialmente per proteggere le sue strutture petrolifere da eventuali attacchi e il programma addestrativo dei militari è curato dalla Lockheed Martin (LMT bilancio 2006 la trimestrale odierna è in corso di presentazione). Questo piccolo esercito di “mercenari” (i sauditi nativi non lavorano grazie ai proventi del petrolio) ha una duplice funzione: essere impiegato a difesa dei pozzi e/o essere una piccola “testa di ponte” per un eventuale attacco all'Iran.

Iran: ha il 16% delle riserve mondiali di gas e il 10% di quelle petrolifere, è considerato uno “stato canaglia” ed è al centro delle tensioni internazionali, ad oggi è il principale motivo di attrito tra la politica estera Statunitense ed Europea rispetto a quella Russa; quest'ultima è la principale fornitrice di armi e tecnologia per lo sviluppo nucleare di quel paese.

Turchia e Curdistan: putacaso una buona parte dei giacimenti petroliferi Irakeni è in Curdistan, e considerata la debolezza del governo Irakeno lacerato tra lotte intestine terrorismo ed altro l'occasione è ghiotta. Ufficialmente gli Stati Uniti sono contrari a questa operazione militare creata ad arte per debellare il terrorismo Curdo ma di fatto forniscono tecnologia e armamenti all'esercito turco.

L'industria militare e “l'indotto” collegato potrebbe essere un settore in forte espansione in caso di crisi economica e o recessione.

In questi giorni proseguirò elencando alcune delle principali aziende belliche e collegate che potrebbero avvantaggiarsi in caso di guerre.

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