martedì 19 giugno 2007

Aziende farmaceutiche

Tralascio volutamente le aziende farmaceutiche europee e scrivo solo di quelle americane.

Cose utili da sapere.

Le società che hanno scoperto, studiato e sperimentato con esito positivo un farmaco dopo il superamento dei controlli effettuati dalla U.S. Food and Drug Administration (F.D.A) lo brevettano e infine lo rivendono ai "big" per la produzione incassando le royalty; spesso accade che il "big" fiutato l'affare rubi il brevetto facendo fallire l'azienda ricercatrice e rilevandola per pochi spicci.

Leggendo le statistiche si apprende che a livello mondiale le malattie a maggior diffusione e con casistiche in continuo aumento attualmente sono: diabete, disturbi cardiovascolari, disturbi alimentari, tumori, AIDS e malattie da dipendenza (es. tabagismo); vi è inoltre la tendenza a "regionalizzare" alcune tipologie di patologie (esempio l' alcolismo). In futuro, stante a quanto si legge, la situazione è in peggioramento a causa della progressiva diminuzione dell'età dei soggetti colpiti da questi disturbi.

Vi sono ditte che puntano sulla ricerca di farmaci a grande "impatto sociale" quale ad esempio il "Viagra" o la sua evoluzione (ovvero una maggiore durata del principio attivo del farmaco); i prezzi di vendita di questa tipologia di farmaci sono liberi e non calmierati come nel caso dei salvavita.

Altre puntano sulla cosmesi sia a livello di farma (uso del botulino per prodotti di bellezza) sia come macchinari quali ad esempio lo sviluppo di tecnologie laser e applicazioni che spaziano dalla riduzione di rughe alla dentistica.

Qui devo aprire una parentesi sulla mentalità americana in particolare delle nuove generazioni. Il benessere fisico del lavoratore è un aspetto molto sentito sia dai datori di lavoro sia dagli 'impiegati, se vi capita di girare per gli States vedrete due eccessi di persone o dei fisici alla "bronzi di Riace" e dei pachidermi stile ippopotamo, la via di mezzo è in netta minoranza. Fino a pochi anni fa alla ragazzina che compiva la maggiore età si regalava la macchina ora si regala l'operazione di chirurgia plastica per rifarsi il seno o il naso.

Il rovescio della medaglia del comparto "ricerca" è la scoperta di un effetto collaterale di un determinato farmaco. L'esempio classico è il "caso" Vioxx, un antinfiammatorio di nuova generazione con azione farmacologica più potente rispetto ai farmaci della stessa categoria. L'uso clinico sperimentale ha messo in evidenza degli effetti collaterali molto gravi tali da mettere in serio pericolo la vita del paziente stesso; allo stesso modo molecole derivate usate per altri farmaci, hanno mostrato analogo comportamento collaterale determinando,l'immediato ritiro dalla circolazione dei medicinali interessati e con effetto a catena, il crollo delle quotazioni borsistiche di tutte le aziende del comparto.

La ricerca più interessante a mio modo di vedere, e nel caso avesse positività darebbe in assoluto il maggior guadagno sia all'inventore sia al possessore di azioni della casa farmacologica che la produce, è la fantomatica pillola per dimagrire.
Attualmente la ricerca ha preso più direzioni, la più semplice agisce direttamente sullo stomaco creando un tappo di gel in questo modo si inganna il cervello dando un falso segnale di sazietà, una seconda, quella del famigerato Xenical, una molecola che impedisce l'assorbimento dei grassi, ha un grossissimo difetto: incontinenza ed evacuazione involontaria di qualsiasi tipo di grasso ingerito; una terza e che attualmente crea tantissime difficoltà e con ingenti danni collaterali (forti disturbi di personalità) agisce direttamente sul cervello. Questa tipologia di ricerca al momento è coperta da segreto industriale e chi sperimenta non fa trapelare alcuna notizia.

La normativa in vigore negli stati uniti sui brevetti dei farmaci stabilisce che dopo alcuni anni di produzione in esclusiva scade la licenza e la molecola attiva del farmaco viene immessa liberamente nel mercato.
Una qualsiasi ditta farmaceutica operante nella produzione di farmaci generici può produrre la stessa molecola senza più pagarne le royalty. Questa tipologia di aziende non spende un centesimo in ricerca e sebbene siano obbligate per legge a vendere medicinali a prezzi decisamente più bassi del prodotto originale hanno dei ritorni di utile enormi. Le assicurazioni sull'assistenza sanitaria preferiscono rimborsare ai loro clienti i costi sostenuti per l'acquisto di farmaci generici (i loro contratti assicurativi lo prevedono espressamente) ; le farmacie preferiscono vendere quest'ultima tipologia di merce in quanto hanno un maggior guadagno.

....segue.

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